Screams

Ogni essere umano può riconoscere il dolore nella semplice iconografia del volto urlante, giacché il dolore è un’oscura commistione di individuale e totale. E’ proprio l’aspetto collettivo del dolore che permette la sua descrivibilità, che fa in modo che il dolore giunga alla parola e non rimanga l’esperienza muta che è. Se il dolore è descrivibile è a maggior ragione visibile. I quadri sono ridotti all’essenziale, privi di decorazioni o rappresentazioni che nascondano la scelta del soggetto come sostanza morale del bisogno creativo. Le opere sono descrittive, prive di enfasi, esplicitamente figurative, spoglie di decorazione intesa come campo di fascinazione e indeterminatezza che distolga dal principale settore di attenzione su cui si ferma il soggetto. Non c’è spazio per lo sfondo, abbiamo solo il volto col quale siamo obbligati a confrontarci. Rimane solo la mimica facciale, ed il linguaggio del corpo è eliminato.
Ciascun quadro attinge dal reale. Sono infatti rappresentate persone, conosciute e non dall’artista, alle quali è stato chiesto di essere coinvolte nel progetto, prestando il loro urlo alla fase di rappresentazione. 
L’immagine è allestita in modo teatrale, dove il patibolo è la sofferenza inflitta e l’urlo l’espressione di dolore. I volti sono frontali, quasi ieratici, hanno qualcosa di sacrale che viene barbaramente violato. Sono visti come le vittime sacrificali della noia e dell’apatia, di chi vuole eliminare e perversamente possedere l’incarnazione dei desideri pulsanti, vitali, agognati ma anche repressi e temuti dalla coscienza. La sofferenza può diventare fonte di forza creativa. Nei quadri il rapporto fra stile e soggetto vuole essere veicolo di un senso opposto: indica aspetti che non hanno niente che vedere con l’arte: la morte dell’anima, il disfacimento del sofferente a causa del dolore espresso dall’urlo. Quando la vita è annientata, l’arte è svanita. Per contraddizione, per errore del caso o per una legge superiore, la tematica della disgregazione fisica ed interiore, della perdita di forma si dà proprio attraverso la forma, attraverso la forma dell’arte pittorica figurativa, dove nella rappresentazione predominano valori estetici ed enunciati classici.
Questi volti non sono dei simboli, ma segni di qualcosa di preciso, che indicano in modo inequivocabile il dolore. Sono immagini significato, che si rivolgono ad uno spettatore – testimone con cui l’autore vuole instaurare una relazione. La reazione immediata ed istintiva dell’urlo non si compie solo nel disperato bisogno di esprimere il dolore e liberarsi dalla sofferenza, ma invoca un ascolto, esige un testimone; l’urlo ha necessità di essere sentito. 

 

testo di Elena Santoni

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EN_1 tecnica mista su tela 80 x 80 cm
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M_1 tecnica mista su tela 80 x 80 cm
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Michele_1 tecnica mista su tela 80 x 80 cm
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R_1 tecnica mista su tela 80 x 80 cm
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Tibi Mater tecnica mista su tela 80 x 80 cm
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Venia tecnica mista su tela 80 x 80 cm
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Why tecnica mista su tela 80 x 80 cm
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Ode to innocence tecnica mista su tela 80 x 80 cm
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EN_2 tecnica mista su carta 85 x 100 cm
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R_2 tecnica mista su carta 85 x 100 cm
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Patibolo_1 tecnica mista su carta 30 x 40 cm
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Patibolo_2 tecnica mista su carta 30 x 40 cm
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Patibolo_3 tecnica mista su carta 30 x 40 cm
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Mortis tecnica mista su carta 27 x 23 cm
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Scream blu tecnica mista su carta 27 x 23 cm
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Sorrow tecnica mista su carta 27 x 23 cm
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Without god tecnica mista su carta 27 x 23 cm